Alimentazione e salute orale

L’importanza e lo stretto legame del binomio “alimentazione e buona salute” è sottolineata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che considera nutrizione adeguata e salute diritti umani.

Negli ultimi anni l’incidenza dei disordini alimentari (Eating Disorders, ED) è notevolmente aumentata e il distorto regime alimentare porta a complicazioni spesso molto gravi e ad alterazioni metaboliche, morfologiche e funzionali di diversi organi. Il cavo orale non ne è affatto esente.

I pazienti affetti da ED possono presentare varie manifestazioni.

L’erosione dentale è il risultato di più fattori, ovvero il vomito auto-indotto (acidi intrinseci), la frequenza di assunzione di frutta e succhi a causa del loro effetto lassativo (acidi estrinseci), di bevande gassate ad alto tasso di acidità o ricche di caffeina assunte spesso durante l’attività fisica per alzare il livello di energia oppure dall’uso di chewing gum zuccherato per calmare la fame e abitudini di igiene orale inadeguate.
Anomala sensibilità o dolori ai denti ne sono un corollario prevedibile.
E la carie, in questi casi, può insorgere facilmente.

post-img-/attivita-specialistiche/alimentazione-e-salute-orale.html

L’insufficiente apporto di vitamine e di altre sostanze può portare a una generalizzata alterazione delle mucose.

Si osservano inoltre lesioni ai tessuti molli del palato in seguito all’azione meccanica di oggetti utilizzati come stimolo sul palato per provocare il vomito e all’esposizione acida.

Anche il parodonto (complesso dei tessuti di sostegno del dente) subisce evidenti conseguenze delle deficienze alimentari. La carenza di vitamina C, in particolare, può riflettersi sulla gengiva e predisporre a gengivite. I problemi al parodonto nelle persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione non sono dovuti solo all’apporto nutrizionale insufficiente o sbilanciato. Le stesse ragioni psicologiche che portano a un rapporto disordinato con il cibo possono spingere alcune tipologie di pazienti a trascurare l’igiene orale: infiammazione gengivale e aumentato rischio di parodontite ne sono la diretta conseguenza. La valutazione del rischio di carie deve avvenire su base individuale, tenendo conto delle abitudini alimentari ( tipo di alimentazione, frequenza di assunzione dei cibi), delle abitudini di igiene orale e dei farmaci assunti per la terapia sistemica.

I pazienti con ED possono essere affetti da una secchezza del cavo orale causata da un flusso di saliva ridotto o assente a causa dell’abitudine a vomitare e a usare lassativi e diuretici e di eventuale terapia con farmaci antidepressivi.

Il gonfiore alle ghiandole salivari è così diffuso da essere considerato un segnale per sospettare la possibile presenza di disturbi alimentari.

Nei pazienti affetti da bulimia si può osservare anche una malattia flogistica di origine non ancora chiara.

Occasionalmente le mucose orali possono presentare lesioni di tipo traumatico, causate dall’assunzione di grandi quantità di cibo in brevissimo tempo e dall’auto-induzione di vomito, che avviene spesso attraverso la stimolazione della zona del palato tramite oggetti in grado di provocare abrasioni ed ematomi palatali.

In presenza di scarsa salivazione, malnutrizione e scarsa igiene orale possono riscontrarsi cheilite angolare (stomatite della plica labiale), candidosi e ulcerazioni delle mucose.

Un’ultima considerazione è dedicata all’uso di bifosfonati. A volte i pazienti che soffrono di anoressia nervosa ne fanno uso per contrastare osteopenia (riduzione della massa ossea) e osteoporosi (disordine scheletrico generalizzato caratterizzato dalla riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo). Secondo le ricerche finora effettuate, questi farmaci inibiscono la riduzione della densità ossea riducendo il metabolismo osseo, tuttavia è stato recentemente riconosciuto un rischio di osteonecrosi dei mascellari in caso di alcune tipologie di interventi odontoiatrici ed è importante che l’odontoiatra ne sia a conoscenza.

Le complicazioni insorgono in momenti diversi della progressione della malattia. Alcuni sintomi sono molto precoci e pongono a volte l’odontoiatra nella delicata condizione di essere il primo professionista della salute a poter diagnosticare una patologia che il paziente tende generalmente a nascondere. Inoltre, la bocca gioca un ruolo essenziale nelle relazioni interpersonali e nell’estetica del viso: se non si interviene tempestivamente, il deteriorarsi di funzionalità ed estetica contribuisce, in un circolo vizioso, a peggiorare il senso di autostima caratteristico di questi soggetti e a diminuire ulteriormente la loro capacità di controllo dell’alimentazione. Attraverso il riconoscimento delle conseguenze degli ED a livello del cavo orale, l’odontoiatra deve identificare gli individui potenzialmente affetti da tali condizioni.Questi soggetti devono essere curati a livello odontostomatologico con piani di trattamento personalizzati che tengano conto delle caratteristiche del disordine alimentare caso per caso al fine di scegliere un’opzione terapeutica opportuna. Per la terapia sistemica lo Studio Dentistico Vadini ha deciso di introdurre nel proprio organico la figura di uno specialista nutrizionista.

Il soggetto affetto da ED deve essere istruito affinchè metta in atto comportamenti finalizzati alla prevenzione dei danni odontostomatologici della propria patologia. Dopo aver vomitato il paziente non deve spazzolare i denti per evitare di abradere lo strato di smalto demineralizzato più superficiale,mentre è utile che sciacqui la bocca con acqua,bicarbonato o un collutorio al fluoro. Gli spazzolini duri e i dentifrici abrasivi vanno banditi, preferendo setole morbide e l’utilizzo di ausili al fluoro quali collutori, gel o vernici, in grado di aumentare la resistenza dello smalto all’attacco degli acidi, siano essi estrinseci o intrinseci. Per contrastare la riduzione della produzione salivare, in caso di antidepressivi, è utile che i pazienti devono essere stimolati a bere molta acqua e all’utilizzo di collutori e gel specifici. Ai soggetti sovrappeso e obesi va specificato che il cibo che fa bene ai denti è lo stesso che fa bene al resto del corpo e viceversa,nel senso che la sedentarietà associata all’assunzione frequenti di dolci, cibi acidi e bibite rappresentano comportamenti lesivi per la salute orale e quella sistemica.