La “Carta di Firenze”, redatta da alcuni dei principali esperti del settore medico-sanitario, propone
una serie di regole che devono stare alla base del rapporto tra il professionista sanitario e paziente, di seguito
riportate:
La relazione fra l’operatore sanitario e il paziente deve essere tale da garantire l’autonomia delle scelte
della persona.
Il rapporto è paritetico; non deve, perciò, essere influenzato dalla disparità di conoscenze, ma
improntato alla condivisione delle responsabilità e alla libertà di critica.
L’alleanza diagnostico/terapeutica si fonda sul riconoscimento delle rispettive competenze e si basa sulla lealtà
reciproca, su un’informazione onesta e sul rispetto dei valori della persona.
La corretta informazione contribuisce a garantire la relazione, ad assicurarne la continuità ed è
elemento indispensabile per l’autonomia delle scelte del paziente.
Il tempo dedicato all’informazione, alla comunicazione e alla relazione, è tempo di cura.
Una corretta informazione esige un linguaggio chiaro e condiviso. Deve, inoltre, essere accessibile, comprensibile, attendibile, accurata, completa, basata sulle prove di efficacia, credibile ed utile (orientata alla decisione). Non deve essere discriminata in base all’età, al sesso,
al gruppo etnico, alla religione, nel rispetto delle preferenze del paziente.
La chiara comprensione dei benefici e dei rischi è essenziale per le scelte del paziente, sia per la
prescrizione di farmaci o di altre terapie nella pratica clinica, sia per il suo ingresso in una
sperimentazione.
La dichiarazione su eventuali conflitti di interesse commerciali o organizzative deve far parte
dell’informazione.
L’informazione sulle alternative terapeutiche, sulla disuguaglianza dell’offerta dei servizi e sulle
migliori opportunità diagnostiche e terapeutiche è fondamentale e favorisce, nei limiti del possibile,
l’esercizio della libera scelta del paziente.
Il medico con umanità comunica la diagnosi e la prognosi in maniera completa, nel rispetto delle
volontà, dei valori e delle preferenze del paziente.
Ogni scelta diagnostica o terapeutica deve essere basata sul consenso consapevole. Solo per la persona
incapace la scelta viene espressa anche da chi se ne prende cura.
Il medico si impegna a rispettare la libera scelta dell’individuo anche quando questa sia in contrasto
con la propria e anche quando ne derivi un obiettivo pregiudizio per la salute, o, persino, per la vita del
paziente. La continuità della relazione viene garantita anche in questa circostanza.
Le direttive anticipate che l’individuo esprime sui trattamenti ai quali potrebbe essere sottoposto qualora non
fosse più capace di scelte consapevoli, sono vincolanti per il medico.
La comunicazione multi-disciplinare tra tutti i professionisti della Sanità è efficace quando fornisce
un’informazione coerente ed univoca. I dati clinici e l’informazione relativa alla diagnosi, alla
prognosi e alla fase della malattia del paziente devono circolare tra i curanti. Gli stessi criteri si
applicano alla sperimentazione clinica.
La formazione alla comunicazione e all’informazione deve essere inserita nell’educazione di base e
permanente dei professionisti della Sanità.