Parodontologia

“La parodontologia è la branca dell’odontostomatologia che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia di tutte le patologie che colpiscono i tessuti di supporto dei denti e degli impianti.”

I tessuti di supporto dei denti sono la gengiva, il legamento parodontale, il cemento radicolare e l’osso alveolare. I tessuti di supporto degli impianti sono la mucosa peri-implantare, l’osso alveolare e l’osso basale.

La parodontologia si propone, pertanto, di conservare o ripristinare lo stato di salute dei tessuti di supporto di denti e impianti, contribuendo così a conservare o migliorare la funzione masticatoria, la fonazione e l’estetica. Scopo principale della parodontologia è preservare la dentatura naturale, ma si occupa anche della sostituzione, mediante impianti, degli elementi dentari persi, mantenendo anche su questi lo stato di salute peri-implantare.

Le malattie parodontali, così come quelle peri-implantare, sono provocate da alcune specie batteriche, sono influenzate nel loro decorso e gravità da numerosi fattori locali e sistemici e sono strettamente legate ad alcuni stili di vita.

Esistono inoltre, correlazioni tra le parodontiti ed importanti patologie sistemiche. Esistono anche correlazioni con la nascita di bambini pre-termine e/o sotto-peso.

Le malattie parodontali si distinguono in gengiviti e parodontiti, mentre le malattie che colpiscono i tessuti peri-implantari si distinguono in mucositi e peri-implantiti.

Interessano la gengiva; sono caratterizzate da arrossamenti del margine gengivale, edema, sanguinamento al sondaggio e, talvolta, aumenti di volume. Sono reversibili e possono evolversi in una parodontite.

Sono caratterizzate dalla distruzione dell’apparato di supporto dei denti, si manifestano clinicamente con perdita di osso, formazione di tasche e, talvolta, di recessioni gengivali. La parodontite, nella maggior parte dei casi, è irreversibile.

l 22 giugno in occasione del più importante convegno internazionale dedicato alla parodontologia, EuroPerio 9 ad Amsterdam, è stato presentato un nuovo sistema classificativo per valutare le condizioni di salute o di malattia gengivale e/o peri-implantare.La nuova classificazione aggiorna la precedente (Armitage 1999) e si concentra sulla gravità della malattia e sul rischio di progressione della stessa piuttosto che su determinanti fisiopatologiche. Nella nuova classificazione pubblicato su Journal of Clinical of Periodontology e sul Journal of Periodontology per la prima volta viene definita scientificamente la condizione di “salute parodontale” e la parodontite viene descritta e codificata in quattro “stadi”, da uno stadio 1 (meno grave) a uno stadio 4 (più grave). Il rischio individuale e l’andamento della malattia vengono inoltre suddivisi in tre categorie, dal Grado A (quello a minor rischio di progressione) al Grado C (maggior rischio di progressione). Questa divisione in “Gradi” prende in considerazione fattori di rischio individuali come il fumo o eventuale malattia concomitanti.

La parodontite è la sesta malattia più prevalente nel mondo; studi clinici dimostrano che una gran parte dei pazienti affetti da parodontite mantiene i propri denti per tutta la vita, se sottoposti ad una adeguata terapia. Nei pazienti in cui la terapia non è efficace la progressione della malattia può solo essere rallentata.

Sono definite come lesioni infiammatorie limitate alla mucosa che circonda un impianto, caratterizzate da sanguinamento al sondaggio senza perdita di osso.

Sono definite come lesioni infiammatorie della mucosa peri-implantare che interessano l’osso con perdita del supporto osseo, caratterizzate dalla presenza di sondaggi maggiori di 5 mm, sanguinamento al sondaggio, suppurazione e riassorbimento osseo evidente radiograficamente.

Entrambe le malattie peri-implantare sono di natura infettiva e sono causate da batteri provenienti dalla placca dentale. E’ possibile effettuare una efficace ed efficiente prevenzione sia delle malattie parodontali che delle malattie peri-implantare. Allo stato attuale l’unica terapia disponibile per controllare l’infezione dei tessuti peri-implantare è la strumentazione meccanica sia non chirurgica che chirurgica.

La diagnosi parodontale deve essere fatta elaborando i dati derivanti dall’anamnesi e dall’esame obiettivo integrata da esami radiografici e da esami di laboratorio. La maggior parte dei pazienti affetti da gengivite e parodontite può essere trattata ottenendo una condizione di salute stabile nel tempo mediante terapia non chirurgica associata ad una efficacia terapia di supporto.

La terapia parodontale non chirurgica (terapia causale o eziologica) comprende:

  1. informazione, istruzione e motivazione del paziente al controllo della placca e dei fattori di rischio per le patologie orali e parodontali;

  2. trattamento meccanico della superficie dentaria (sopra-sottogengivale);

  3. eliminazione dei fattori ritentivi di placca.

Dopo la terapia causale è necessaria la rivalutazione del paziente parodontale che consente la verifica del raggiungimento o meno del successo terapeutico. In caso di mancato raggiungimento dei risultati attesi è opportuno ripetere la fase terapeutica causale e/o meccanica non chirurgica.

L’opportunità di effettuare terapia chirurgica va valutata in base alla sua capacità di ridurre le tasche profonde, correggere quelle condizioni che favoriscono l’accumulo di placca batterica, l’incremento del supporto parodontale e/o la riduzione, quando possibile, del danno estetico conseguente alla recessione dei tessuti.

Pertanto lo scopo primario della terapia chirurgica è quello di ridurre il rischio di recidiva parodontale ripristinando una morfologia gengivale, ossea e dentale che favorisca l’igiene orale domiciliare. La terapia chirurgica parodontale, in qualsiasi sua forma, presuppone che il paziente sia motivato a mantenere un adeguato controllo della placca e che le condizioni gengivali di salute siano tali da non controindicare l’intervento chirurgico.

Il trattamento chirurgico deve essere considerato come un mezzo aggiunto alla terapia meccanica non chirurgica (terapia causale) e al termine della terapia chirurgica è necessaria una rivalutazione del paziente per accertare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Quando tali obiettivi sono stati raggiunti il paziente deve essere inserito in un programma di mantenimento per accertare la stabilità dei risultati raggiunti con la terapia; pertanto tale programma è parte integrante della terapia parodontale e implantare e l’obiettivo che essa si prefigge e’ controllare, nel tempo, l’accumulo di placca, al fine di prevenire eventuali recidive.

Il paziente deve essere corresponsabilizzato e motivato a seguire procedure di mantenimento personalizzato e a sottoporsi a visite periodiche di controllo.